domenica 8 marzo 2015

Una grande donna per Lentini: Graziella Vistré


In un periodo storico in cui è usuale prendersela contro governi e amministrazioni al punto che i cittadini rifiutano la politica, e abbandonano persino il loro inderogabile diritto di voto, il quadro che va a delinearsi è quello di un popolo rassegnato poco reazionario ma nello stesso tempo pigro e sfiduciato. Come se Lentini non avesse più una storia. Come se i nostri avi non avessero fatto  nulla e noi avessimo perso la memoria. Tutti parlano di politica, ma in fondo è diventata un tabù. Ogni uomo nasce libero, ma così libero di dimenticare la gloria di una civiltà e le donne sono gioco forza relegate a un ruolo marginale anche se si vuole dimostrare il contrario. Eppure possiamo parlare di una donna unica nelle storia di Lentini, di un simbolo, di un esempio da seguire. Vogliamo davvero che le donne di oggi si riconoscano e si ispirano a quella fiera combattente e libera militante che è stata Graziella Vistré.  Graziella è la figura che manca a Lentini in questo momento. Lei era una donna forte, combattiva e temeraria. A metà tra operaia e militante ha preso le redini di un’intera classe sociale in una Lentini confusa dallo sviluppo e l’espansione in costante crescita ovunque sul territorio Italiano. Se è vero che gli anni di Graziella rappresentavano un periodo di rivoluzione, ricostruzione e rinascita della nostra terra, bisogna anche ricordare che ai tempi l’analfabetismo era diffuso,  e soprattutto al sud non era facile trovare i mezzi per aprirsi alla cultura e alla piena conoscenza delle risorse di un popolo e una terra dalla cospicua fertilità. Eppure Graziella Vistré seppe trovare gli strumenti adatti per affrontare l’ignoranza : dopo il normale impiego ai magazzini agrumicoli era solita radunare le ‘ncartare alla camera del Lavoro, e si apprestava a svolgere delle vere e proprie lezioni sul Piano Regolatore Generale, con grande riscontro da parte delle seguaci.  G.M. è arrivata a Lentini appena cinquantenne negli anni ’60 e la fece sua subito , e pensare che oggi in alcuni casi una donna è considerata ‘arrivata’ a 30 anni. Nel dizionario di Graziella non esisteva la parola ‘impossibile’. E lo ha dimostrato a tutto campo nel sociale e nella politica. Raccogliendo e valorizzando la rabbia che seppe far venire fuori dalle sue colleghe di lavoro, e lottando al pari degli uomini. Lei fu lavoratrice e contemporaneamente  Consigliere o Assessore. Senza quote rosa. E in quegli anni c’era gran fermento: i lavoratori rivendicavano i loro diritti e lottavano contro lo sfruttamento. Se c’erano degli scontri a Lentini, tremava tutta la Sicilia, essendo a quei tempi la nostra città  fulcro dell’agrumicoltura che portava tanto lavoro e smuoveva le masse, e quindi punto di riferimento per lo sviluppo e l’espansione economica e sociale.  Comunisti e Cgil non dimenticheranno mai quel 13 dicembre del 1966 conseguentemente a  una tribolata settimana di manifestazioni sindacali molto sentiti da parte dei braccianti agricoli in rivolta per rivendicare le loro condizioni, nelle quali forze dell’ordine e lavoratori si resero protagonisti di scontri molto aspri con molti feriti al seguito. Graziella era una donna forte, una comunista dai forti valori, una condottiera. Era adorata dalle sue compagne e colleghe tant’è che l’avrebbero seguita in un corteo che con molto coraggio sarebbe andato a irrompere nello scenario dove guardie e operai  guerreggiavano. Il piano messo in atto dalla donna bagharese si rivelò fondamentale, perché gli scontri si arrestarono e quella barriera umana di donne che aveva creato tra forze dell’ordine e braccianti insorti ebbe il merito di fermare il tutto evitando ulteriori riscontri tragici. Oggi tanti giovani non sanno perché Lentini veniva chiamata ‘Città Rossa’, non conoscono la storia della propria città, del proprio popolo. Le donne (ma anche gli uomini) non sanno chi era Graziella, e chiunque oggi parli di quote rosa e possibili future sindachesse abbia ben chiaro in mente che domani non basta acquisire un paio di donne ben ‘equipaggiate’ per allietare i prossimi consigli comunali.  Perché Graziella non fu solo il simbolo dell’emancipazione femminile, ma  una persona influente come poche. La donna può dare qualcosa di nuovo solo se dotata di coraggio, intelligenza e carisma. Quanto farebbe bene oggi alla città e alla politica di oggi una come Graziella Vistré…

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