mercoledì 27 agosto 2014
Lombardo, Mangiameli, il caso Xirumi, la Mafia e i cambi di destinazione urbanistica. Lentini desidera chiarezza
Internet per qualcuno è proprio una brutta bestia perché non conosce oblio e tutto quello che si è scritto viene immagazzinato e può essere tirato fuori anche 20 anni dopo. Ecco che su internet c'è tutto su Xirumi, tutto sui maggiori problemi che ha dovuto affrontare Lentini negli ultimi anni. Proprio tutto. Pure quel video de 'Le Iene' che ha reso famoso il nostro sindaco in tutta Italia. In quel video era sensibilmente emozionato e contento per vari motivi. Nel 2006 il Primo Cittadino pareva pure un po' stupito in verità: "Quattro giorni di influenza a Casa. Ieri il ritorno al lavoro... "e poi scoppia tutto questo caos. Sto su tutti I giornali. Ora è appena andata via la Rai: Mi ha Intervistato, ma ha mandato in onda il pezzo peggiore". Alfio Mangiameli sui Lavori di ampliamento Della base di Sigonella, come scrivevano quelli di isolapossibile.it, lasciava trasparire una certa soddisfazione e continuava a rispondere volentieri alle domande: "Sindaco i lavori, quando iniziano? "Via libera del comune? Fatto". Altre carte e bolli? "Fatto. Fatto. Aspettiamo Il decreto Assessoriale e poco più: stimo che entro 12, al massimo 14 mesi Inizieranno I lavori". E Il paese? "Ma Lentini aspetta con ansia L'avvio dei lavori. Certo, c'è sempre qualcuno che strumentalizza...". Si aspetta con trepidazione perchè i lavori per realizzare le oltre mille nuove villette avranno positive ricadute per la popolazione? "Certo". E vai con i benefici: "Beneficio 1, stimiamo che per ogni abitazione il costo di Costruzione si aggirerà tra i due mila-tre mila Euro: dunque stiamo parlando di almeno due milioni di Euro totali". Continuava: "Beneficio 2, attraverso l'Ici, il comune introiterà ogni anno 500 mila Euro. Beneficio 3, la società costruttrice (gli americani realizzeranno anche le opere di Urbanizzazione del nuovo insediamento: fogne, luce, acquedotto) si impegnerà a realizzare opere di urbanizzazione nei quartieri di Lentini nati abusivamente e poi condonati: si tratta di un Impegno economico pari a 4 milioni. Beneficio 4: lla realizzazione del complesso prevederà la manodopera locale: verranno impiegati circa il 70-80% degli operai".
L'affaire Xirumi ha il suo inizio ufficialmente il 3 febbraio 2006 quando al Comune di Lentini arrivò la proposta di variante al P.R.G. della società SCIRUMI s.r.l., presentata dal suo presidente, Mauro De Paoli che prevedeva la trasformazione dei terreni agricoli di Contrada Xirumi e Tirirò (pochi giorni prima acquistati dal noto imprenditore Mario Ciancio Sanfilippo, proprietario del quotidiano 'La Sicilia') da zona “E” in zona “CE 4” per la realizzazione di un complesso insediativo chiuso ad uso collettivo, ovvero di un megaresidence per i militari Usa della base di Sigonella .
L'allora sindaco Nello Neri volle che il provvedimento fosse istruito con urgenza e disposto al Consiglio Comunale. Mesi dopo il sindaco in questione diede le dimissioni per incompatibilità di cariche, così ci pensò il vice Sindaco Maria Arisco a portare in aula la proposta di deliberazione. Ebbene l'opposizione non proferì parola, anzi... tre suoi consiglieri si astennero ma dichiarano pubblicamente di non essere contro il merito della questione, che pure consideravano positiva. Il preistorico Consigliere Mangiameli, votò a favore, e con orgoglio asserì: “il provvedimento questa sera passerà senza un voto contrario, perché anche l’astensione preannunciata dall’opposizione permetterà alla proposta di avviare il suo iter, visto che l’opposizione ha dimostrato, come tante altre volte, grande senso di responsabilità […] eppoi oggi si chiede solo ed esclusivamente il cambio di destinazione d’uso …”.
Un affare da 300 milioni di euro prendeva il via : "opere residenziali speciali, di rilevante interesse pubblico connesso alla difesa militare ed a esigenze di sicurezza nazionale", recitava la relazione che la Scirumi, la società proponente, ha presentato al Comune per ottenere in tempi record la variante al piano regolatore generale, fino a quando gli americani smentirono: il 28 febbraio 2007 in un articolo a firma Walter Rizzo, il quotidiano L’Unità riferiva della dichiarazione resa dal capitano Joe Stuyvesant a un inviato della trasmissione Le Iene secondo cui: "La Marina degli Stati Uniti non ha intenzione di aumentare il proprio fabbisogno di case in Sicilia", ancora più chiaro l’addetto stampa di Sigonella, John Groveman, intervistato da Stars and Stripes, il periodico dei militari Usa puntualizzava: “La base della Marina in Sicilia rimarrà così com’è”, e noi non abbiamo alcun piano di realizzare nuove abitazioni per i militari di Sigonella. Quanto abbiamo appreso dai giornali è falso, come è falsa la notizia su una ricollocazione degli alloggi da un’area all’altra( ndr da Mineo)”.
Più avanti si tornò alle elezioni e Alfio Mangiameli divenne il nuovo sindaco. Dalla destra tornammo alla sinistra, ma per il caso Xirumi poco cambiava. Mangiameli credeva molto nella variante.
Il comitato 'Xirumi Libera' organizzò una manifestazione popolare di protesta contro la 'sospetta' realizzazione di quelle fantomatiche villette della base di Sigonella . Affare che gia puzzava di speculazione edilizia a danno del territorio. Gente con gli attributi quelli del Comitato, gente che ci vide lontano.. a pensarci viene la pelle d'oca. Eppure dai più, furono bistrattati e additati di essere coloro i quali bloccavano lo sviluppo economico a Lentini, di non capire nulla, di strumentalizzare..... dopo 7 anni ci vuole tanto di cappello.
Ai giorni nostri sui giornali apprendiamo che il gup Marina Rizza tira di nuovo in ballo la sentenza di condanna dell'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo da 6 anni e 8 mesi accusato di concorso esterno alla mafia e voto di scambio. C'è qualcosa di nuovo: per il Giudice è il 'canale diretto' per gli affari dei Boss. Tra i passaggi più significativi delle motivazioni della sentenza "L'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo ha sollecitato, direttamente o indirettamente, i vertici di Cosa nostra a reperire voti per lui e per il partito per cui militava in alcune competizioni elettorali, le regionali in Sicilia del 2001 e nel 2008 e le provinciali a Enna nel 2003, ingenerando nei medesimi il convincimento sulla sua disponibilità a assecondare la consorteria mafiosa nel controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici.
Per il gup Rizza l'ex governatore aveva predisposto un sistema organizzativo ed operativo di cui facevano parte, quali componenti parimenti necessari, gli imprenditori "amici" e gli esponenti della "famiglia".
"Questi acquistavano terreni agricoli nella prospettiva di ottenerne la variazione di destinazione urbanistica e poi realizzare elevati guadagni con la plusvalenza della proprietà".
Il Giudice cita l'esempio di quattro casi tra i quali proprio il piano di costruzione di alloggi per militari Usa di contrada Xirumi, variante dei terreni acquistati dall'editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo, a sua volta indagato per concorso esterno all'associazione mafiosa in un altro procedimento, del quale la Procura ha chiesto per due volte l'archiviazione.
Per la cronaca quella che rappresenta una delle più importanti e preoccupanti sentenze della storia di Catania ma che coinvolge visibilmente anche la nostra Lentini conta 329 pagine, numerose intercettazioni telefoniche e una molteplicità di nomi e personaggi. Quello che è certo è che i timori del comitato Xirumi nel lontano 2007 non erano infondati. Oggi la Sicilia e Lentini subiscono ancora pesantemente il fenomeno mafioso. La politica siciliana connive ancora con la mafia.
Che la commissione regionale antimafia faccia il suo dovere e tenga d'occhio anche Lentini. La gravità dei fatti è concreta e ci auguriamo che venga convocato un consiglio comunale straordinario in adunanza aperta e urgente, perché la cittadinanza tutta ha diritto a delle spiegazioni in merito.
lunedì 25 agosto 2014
La Giunta Lentinese a casa... anzi, no.
La notizia era gia nell'aria, quando qualche ora fa è stata formalmente confermata da un articolo del Giornale di Sicilia: Umberto Ferriero, Nuccia Tronco e Fabio Zagami che compongono la giunta comunale del sindaco Alfio Mangiameli avrebbero consegnato le dimissioni. Pare che questa lettera sia stata consegnata due mesi fa, eppure viene fuori solo adesso. In realtà se questo retroscena non fosse trapelato sostanzialmente non sarebbe cambiato nulla: la lettera che indicava l'Ass. Umberto Ferriero nell'articolo di Di Salvo non ha validità legale in quanto 'in attesa di protocollo'. E così che le loro dimissioni non verranno convalidate e il primo indizio utile è la smentita dell'Assessore alla Cultura Nuccia Tronco inviata al direttore de 'La Sicilia' che pure rende questa fantomatica lettera una leggenda metropolitana: “Posso assicurarle che nessuna lettera di dimissioni è stata da me consegnata nelle mani del Sindaco. Gradirei perciò che fosse smentita la notizia per la parte che interessa la mia persona ”.
Prima delle smentite di rito la reazione dei cittadini Lentinesi sul web è stata inequivocabile e seppure la notizia sia stata sempre in bilico tra uno scoop e un completo bluff, è stata accolta con grande approvazione. Il paese non ha più fiducia nell'amministrazione e aspetta con trepidazione che il secondo mandato Mangiameli giunga al termine.
Le finte dimissioni avrebbero potuto nascondere le più svariate strategie: la maggioranza ha delle spaccature, e per 'risanarla' il primo cittadino' avrebbe potuto riconsegnare gli Assessorati ai dissidenti.
Alla fine dei giochi e dei rimpasti, le parti lese di questa confusione e paralisi amministrativa restano i lentinesi, se si pensa che ancora per due anni saranno spettatori di scenari simili e peggiori, perché se è vero che la maggioranza barcolla, tra i consiglieri di minoranza probabilmente quelli davvero all'opposizione sono 5. Un numero esiguo per una lontana ipotesi di Sfiducia.
La SLA: secchiate di Renzi e degli amici di Facebook, ma le donazioni stentano
Come uno dei tanti tormentoni da Social Network è il momento dell'ice bucket challenge (letteralmente la sfida del secchio d'acqua ghiacciata) nata alcuni anni fa negli Stati Uniti.grazie a Pete Frates, ex giocatore di baseball colpito dalla malattia. Questa bizzarra iniziativa negli States, ha rimediato donazioni per quasi 40 milioni di euro. In Italia dopo tutto questo bombardamento mediatico, si contano ancora solo 33 mila euro.
Lo abbiamo visto fare da Belen, Balotelli, da vip, calciatori, personaggi sportivi, cantanti, persino la gente comune galvanizzata dai big si è cimentata con la realizzazione di videoclip messi poi su Facebook, di questa doccia fredda che in fondo in fondo con questo caldo persistente è tutto fuorché un sacrificio. I fondi italiani relativi alla lotta alla Sla e alla cura delle sue vittime sono pressoché inesistenti.
Le vere secchiate se le dovrebbero dare al governo e ce lo rispolvera Massimo Mauro, ex calciatore, opinionista di Sky e presidente dell'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Aisla): "L'80 per cento delle donazioni è arrivatovi a Pay Pal da persone comuni, con versamenti di 5, 10 e 50 euro. Qualche cantante si è spinto fino a 500, massimo 700 euro, ma non voglio fare nomi". Nel 2010, il governo Berlusconi cancellò 2,5 miliardi di euro: a tanto ammontava il fondo per la non autosufficienza e le politiche sociali. E in questo fondo c'erano anche i soldi per i malati di Sla e per le loro famiglie. Giancarlo Petrangeli, architetto, 79 ani, ex docente universitario, ha raccontato al Fatto Quotidiano: "Mio figlio Stefano, 50 anni, ex karateka di livello mondiale, ha la Sla. Ci occupiamo di lui in sette. Io, mia moglie, il fratello, un'infermiera, un'ausiliaria e due persone che coprono le notti. Siamo abbandonati da tutti. Abbiamo chiesto un materasso antipiaghe, ci hanno risposto dopo sette mesi. Ci hanno detto di no perché costa troppo".
La SLA colpisce mediamente in un’età tra i 40 e i 70 anni. In Italia sono 5000 le persone afflitte da questa malattia dalle cause sconosciute. Così la AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) descrive la malattia: “Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), conosciuta anche come “Morbo di Lou Gehrig”,” malattia di Charcot” o “malattia dei motoneuroni”, malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Esistono due gruppi di motoneuroni; il primo (primo motoneurone o motoneurone centrale o corticale) si trova nella corteccia cerebrale e trasporta il segnale nervoso attraverso prolungamenti che dal cervello arrivano al midollo spinale. Il secondo (2° motoneurone o motoneurone periferico o spinale) è invece formato da cellule nervose che trasportano il segnale dal midollo spinale ai muscoli. La SLA è caratterizzata dal fatto che sia il primo che il secondo motoneurone vanno incontro a degenerazione e muoiono. La morte di queste cellule avviene gradualmente nel corso di mesi o anche anni. I primi segni della malattia compaiono quando la perdita progressiva dei motoneuroni supera la capacità di compenso dei motoneuroni superstiti fino ad arrivare ad una progressiva paralisi, ma con risparmio delle funzioni cognitive, sensoriali, sessuali e sfinteriali (vescicali ed intestinali). Ha una caratteristica che la rende particolarmente drammatica: pur bloccando progressivamente tutti i muscoli, non toglie la capacità di pensare e la volontà di rapportarsi agli altri. La mente resta vigile ma prigioniera in un corpo che diventa via via immobile.
Qui in Italia dove siamo molto legati al mondo del calcio è bene dire che la SLA ha avuto un’incidenza terrificante in esso: sono più di 50 i calciatori famosi rimasti vittime della 'stronza': dato davvero inquietante, che assume contorni ancor più lugubri se si pensa che la malattia colpisce con una percentuale dell’11% in più le persone che praticano tale attività agonistica rispetto a chi non gioca a pallone. Stress, allenamenti troppo pesanti, doping, farmaci per prestazioni fisiche: tante ipotesi ma nessuna certezza. Se non quella di chi è andato via per sempre, dopo mesi di sofferenze.
“Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata“: queste sono state le parole dell'indimenticabile Gianluca Signorini ex difensore del Parma di Arrigo Sacchi, affermatosi nel Genoa, quando agli albori della sua carriera da dirigente scopre di essere un malato di SLA. Il 24 maggio 2001 al Marassi di Genova in suo onore gli fu dedicata una serata. Uno stadio caldo e stracolmo accolse 'Il Capitano' che non riuscì a trattenere le sue lacrime. Dopo pochi mesi il giocatore pisano morì, la sua maglia numero 6 fu ritirata, e le sue due città Pisa e Genova misero il suo nome rispettivamente a una gradinata, e un Centro Sportivo.
Un'altra storia toccante è quella di Stefano Borgonovo (Pescara, Milan, Fiorentina) il quale annunciò nel 2008 di essere affetto dalla SLA: non riesce a parlare, se non tramite l’utilizzo di un sintetizzatore vocale. L’annuncio della malattia toccò profondamente molti sportivi famosi e così iniziò finalmente una seria diffusione sensibilizzazione ed informazione sull’argomento. Lo stesso Borgonovo diede vita ad una Fondazione Onlus a lui intitolata volta ad accumulare fondi per la ricerca contro quella che lui amava definire, tra il serio e il faceto, la Stronza. Grazie al'ex milanista venivano organizzati tornei il cui ricavato veniva donato interamente alla sua Fondazione. Dopo il suo forte esempio dovuto al suo smisurato coraggio nel lottare, aiutato da una famiglia dai sani valori umani, Stefano Borgonovo il 27 giugno del 2013 ci ha lasciato per sempre. Nello stesso giornola nazionale Italiana gli rese omaggio durante la sfida di Confederations Cup contro la Spagna indossando il lutto al braccio.. Roberto Baggio, suo ex compagno di squadra e grande amico, lo salutò con le seguenti parole: “Caro Stefano, l’impresa più bella che sei riuscito a costruire negli anni è stata quella di trasformare il veleno della malattia in medicina per gli altri. Ciao amico mio, onorerò per sempre la tua persona“.
ICE BUCKET CHALLENGE: MISSIONE FALLITA
Vittorio Feltri de 'Il Giornale' ha definito tali gavettoni benefici come "una manifestazione clamorosa di stupidità", ma come incolpare i nostri amici se i primi a fare solo scena sono i personaggi della tv, dello sport, e addirittura del mondo politico? In rete è possibile osservare anche la doccia fredda del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Poteva essere coinvolto anche Obama, ma a differenza del nostro premier ha snobbato l'iniziativa preferendo mettere mani al portafogli e strappando un grosso assegno per sostenere la ricerca contro la Sla.
Un duro monito è quello del "Comitato 16 novembre", la maggiore associazione che riunisce i malati di Sla in Italia e che da anni fanno battaglie contro i tagli ai fondi per la non auto sufficienza. "Sono secchiate di ipocrisia e quattro spiccioli - rilancia Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato -. Di quelli che hanno partecipato, salvo solo Jerry Calà, che ha messo online un bonifico da 1000 euro. Ma capisco che faccia più comodo partecipare alla moda e farsi ritrarre con i capelli bagnati e magari, il portafogli intonso, l'iniziativa poi si è persa nei meandri della demagogia. Da anni ci battiamo per ricostituire il fondo per la non autosufficienza, che rimane avventizio e non strutturale, legato alla legge di stabilità, per avere quattro spiccioli dal Governo. Gli ammalati di Sla sono abbandonati durante tutto l’anno, non vorrei che l’impegno di Renzi durasse solo il tempo di asciugarsi la camicia e che la doccia gelata arrivasse invece nelle case delle famiglie che accudiscono gli ammalati e che ogni anno rischiano di vedersi revocare gli assegni di sostegno".
COME AIUTARE I MALATI DI SLA
Donazioni alla AISLA tramite Banca o Posta
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intestato: A.I.S.L.A. Onlus
mercoledì 20 agosto 2014
Ex Lavatoio di Lentini: da punto di riferimento a simbolo di decadenza e distruzione
Se volessimo attribuire una simbolica data di morte alla nostra Lentini, senza dubbio potremmo pensare al non molto lontano pomeriggo del 1 luglio 2007, quando un incendio distruggeva un edificio di forte importanza storica e perché no, romantica nel cuore dei lentinesi: l'Ex Lavatoio di Via Focea. E' un simbolo. Il simbolo della distruzione avvenuta di una città madre di poeti, scrittori, e liberi pensatori, ma anche di umili cittadini lavoratori ora relegati all'oblio di un quartiere dormitorio di una Catania che negli anni ci è diventata molto più vicina, e di un polo commerciale rivelatosi ben più appetibile di un paese seppellito dalla crisi e dalla strafottenza della malpolitica, e il cattivo senso civico di alcuni. Gli sciacalli hanno distrutto l'Ex Lavatoio, la politica locale sembra averlo seppellito, ma i ricordi che il luogo in questione rievoca non moriranno mai. I lentinesi non dimenticheranno mai. Chi meglio di colui che ha amato e amerà anche da lassù Lentini a prescindere, poteva descrivere una perdita così importante quel maledetto pomeriggio d'estate:
Per oltre vent’anni e fino a ieri l’Antico Lavatoio è stato l’Agorà
della città: è stato il luogo dove si sono tenuti gli incontri, i
dibattiti, i convegni, i congressi di partito, il battesimo di nuove
formazioni politiche, recital di poesie, la presentazioni di liste e di
candidati, la presentazione delle squadre di calcio ad inizio stagione,
le rappresentazioni e i saggi scolastici, ma anche qualche concerto,
qualche rappresentazione teatrale.
Io e la mia vasta cerchia di amici vi abbiamo tenuto la presentazione
di tutti i San Valentino, le serate delle Cicogne (una dedicata alla
poesia di Papa Giovanni Paolo II, una a Carlo Lo Presti, una a
Sebastiano Addamo, una a Nino Uccello, una ai sindaci-poeti di Lentini,
Carlentini e Francofonte…).
Il Kiwanis club, tra le tante iniziative, vi ha tenuto molte edizioni
del premio Nazionale di Poesia dialettale intitolato a Ciccio Carrà
Tringali.
Vi si sono tenute mostre d’arte, presentazioni di libri (Cardillo,
Cardello, Tinnirello, Siracusano, Martines, Zagarella, Cannone, io
stesso).
Sul suo piccolo palcoscenico sono passati il senatore Macaluso, il
giudice Santiapichi, lo scrittore Vincenzo Consolo, il professore
Sylvano Nigro, il Filosofo Manlio Sgalambro, lo scrittore Sebastiano
Addamo, il regista e scrittore Turi Vasile, don Ciotti, tutti i
politici della provincia ancora in auge, dal presidente della provincia
Marziano agli on.li Santi Nicita, Rino Piscitello,
Centaro, Zappulla, De benedictis, Consiglio…
Ora questo luogo non c’è più. Guglielmo Tocco
L'ex Lavatoio è stato costruito agli inizi dell'800 e diventò subito un punto di incontro per le donne del paese che vi si recavano per lavare i propri indumenti e per 'cuttigghiare'. Con il dopoguerra e il servizio idrico garantito in casa, il comune di Lentini decise di tramutarlo in auditorium comunale. Fu ristrutturato e raffinato, le poltrone e un palco presero il posto delle vasche, e furono impiantati i servizi igienici. Una vera e propria svolta culturale che lo impreziosì transformandolo in un vero punto di ritrovo e teatro di eventi culturali, musicali, incontri giovanili, mostre e presentazioni di libri. Un isola felice che animava il paese e lo faceva sentire vivo e importante. Un'altra importante chiave di lettura è l'articolo dell'amico Emanuele Gentile in girodivite.it:
L'ex Lavatoio è stato costruito agli inizi dell'800 e diventò subito un punto di incontro per le donne del paese che vi si recavano per lavare i propri indumenti e per 'cuttigghiare'. Con il dopoguerra e il servizio idrico garantito in casa, il comune di Lentini decise di tramutarlo in auditorium comunale. Fu ristrutturato e raffinato, le poltrone e un palco presero il posto delle vasche, e furono impiantati i servizi igienici. Una vera e propria svolta culturale che lo impreziosì transformandolo in un vero punto di ritrovo e teatro di eventi culturali, musicali, incontri giovanili, mostre e presentazioni di libri. Un isola felice che animava il paese e lo faceva sentire vivo e importante. Un'altra importante chiave di lettura è l'articolo dell'amico Emanuele Gentile in girodivite.it:
Che tristezza passeggiare per le vie di Lentini. Si è
circondati dai rumori della modernità. Automobili. Motorini. Cellulari.
Radio. Altro ancora. Ma manca – terribilmente – il rumore tipico della
vita. Il brusio prodotto dal parlare della gente. Segno rivelatore che
c’è vita in Città. Purtroppo, ai giorni d’oggi, Lentini è tutto fuorché
un agglomerato urbano dove pulsa la vita. Chi dovesse visitarla
riceverebbe una strana sensazione. Quasi nessuno per strada. Ma un mare
di automobili a bloccare perennemente le sue vie e viuzze. Una
melanconica metafora dei tempi moderni. Tempi moderni che vedono Lentini
ridotta a un assordante quanto irreale silenzio.
Il silenzio a Lentini assume un carattere del tutto
particolare. Quando a Lentini c’è silenzio, significa che qualcosa sta
mancando. Si spegne. Cessa di esistere. Non funziona più. Giace esanime.
Chi abita Lentini comprende cosa sta succedendo. Fa troppo la
differenza con un passato, anche recente, foriero di luminosissime
glorie. Gli anziani spesso mi tratteggiano una Lentini “migliore Città
di Sicilia” oppure “tutti venivano a Lentini”. Ora la malinconia suona
le sue mestissime note. Si avverte una Città e una comunità attonite.
Dov’è quell’elan vital marchio distintivo di una Città culla del “Premio
Letterario Città di Lentini”, della celeberrima “Piazza Rossa” o del
suggestivo "Castrum fest"? Forse se l’è portato via “Gaetano” – il cane –
allorquando decise anche lui di togliere il disturbo.
Simbolo di questo silenzio è lo scheletro annerito dalle
fiamme dell’Auditorium ex-Lavatoio di Via Focea. Giace privo di vita da
quando un devastante incendio lo sottrasse agli affetti dei suoi simili
un paio dianni fa. Perché vedete – cari lettori – per i lentinesi
l’Auditorium ex-Lavatoio non era una semplice costruzione. Era uno di
loro. Un concittadino a tutti gli effetti. Caso più unico che raro in
tutto il mondo. Una costruzione che rappresenta in maniera coinvolgente
il cuore di una comunità. A Lentini l’identificazione fra Città e
Auditorium ex-Lavatoio aveva dolci similitudini con l’affetto che un
padre porta per il proprio figliolo.
Era il luogo eletto dai lentinesi, e non solo, per
incontrarsi. Per discutere alla luce del sole. Per confrontarsi sui
mille aspetti multiformi della vita. Egli – l’Auditorium ex-Lavatoio –
accoglieva tutti. Senza distinzione di razza, ceto, classe, formazione.
Si offriva generosamente a quanti volevano contribuire al miglioramento
della vita di tutti noi. Ogni settimana il programma delle
manifestazioni assumeva i caratteri di un arcobaleno. Lunedì politica.
Martedì teatro. Mercoledì danza. Giovedì la presentazione di un libro.
Venerdì voce all’associazionismo. Sabato recital di poesie. Domenica
concerto folk. Ogni giorno apriva le sue porte alla Città e al mondo.
L’agorà dove Gorgia fissò le leggi della sofistica aveva assunto nuove
sembianze. Quelle dell’Auditorium ex-Lavatoio. L’agorà per eccellenza.
Un’agora che testimoniava la vivacità di una comunità da sempre
riconosciuta per la facondia culturale e imprenditoriale dei suoi figli.
L’Auditorium ex-Lavatoio era davvero un luogo-luogo.
Cioè uno spazio dove territorio, storia, cultura, valori civili e
nobiltà si manifestavano con tale espressività da lasciare basiti i
forestieri in visita presso le nostre contrade. Un luogo sintomatico di
una comunità. Un luogo dove un insieme di cittadini si incontrano e,
dibattendo civilmente, disegnavano l’avvenire della Città. Città che si
sente orfana di questo luogo eletto. Infatti, se ci fate caso Lentini ha
cominciato a non avere un futuro da quando l’Auditorium ex-Lavatoio
andò a fuoco. Un fuoco simbolico. Un fuoco che ha bruciato non solo il
manufatto, ma la Città stessa. Nessun luogo è stato più importante
quanto l’Auditorium ex-Lavatoio di Via Focea. Persino l’Aula Consigliare
di Via Galliano scompare al suo cospetto.
Nei cuori e nella memoria dei lentinesi resta un vuoto davvero difficile da colmare, e la triste realtà e che tra promesse e proclamati fondi da stanziare per la ricostruzione dell'Edificio, sono passati 7 anni, e la sua carcassa è ferma lì che sembra volerci dire: "svegliatevi, risvegliamoci assieme", siamo in tanti ad avvertire questo richiamo:
Qutti quatti son passati un pò di anni dal suo incendio.
Quanti? cinque, sei ..... Son passati nel silenzio, si sono celati alla vista di qualcuno ...
Il lavatoio di Lentini.
Cosa è un Lavatoio?
Una lavanderia comune alle donne del luogo.
Una volta non c'erano le lavatrici, nemmeno l'acqua in casa .... Si lavava al fiume.
Nella stagione invernale non era comodo andare al fiume, ecco, il Lavatoio.
Una struttura capiente, una grande vasca, tante donne, tanto cicaleccio, tante confidenze, tanti gazzettini .....Tanta vita.
Con la modernità il Lavatoio non è stato più necessario.
L'ex Lavatoio di Lentini ha dato spazio ad un Auditorium.
Recite, conferenze, presentazioni di libri, mostre, musica, incontri .... Nuovamente tanta vita.
Un brutto giorno d'estate arriva il fuoco.
Un fuoco distruttivo.
Alte fiamme.
Puzzo di bruciato.
La via che brucia.
La cultura oltraggiata, violentata, insultata,offesa.
Una città violentata.
Se le mura potessero parlare.
Si è sperato nel recupero, nel ripristino ....
La classe politica, forse, non ha compreso.
Mancano i soldi .... Eterno dramma.
Forse l'interesse sonnecchia .... Cosa serve per scuoterlo e svegliarlo?!...
QUOT HOMINE, TOT SENTENTIAE.
L'ex lavatoio è al suo posto.
Mostra le sue ferite.
Fa sentire il suo dolore.
Si è parlato di incendio doloso. Gli autori del dolo non provano nessuna prurigine?
Forse hanno una cosciènza pseudomorfa ......
Rosaria Privitera
Le lacrime non fanno miracoli, ma le parole spese dai nostri tre concittadini non sono nemmeno paragonabili al fuoco che nel luglio 2007 ci ha fatto dire addio a quel palazzetto, calde e intense. Forti e roventi. Noi Lentinesi ci siamo gia scottati ma non permetteremo più che diano fuoco ai nostri sentimenti. Quelli dell'amministrazione ci volevano incantare con parole ad effetto e promesse di ricostruzione già dal 2009. E' facile chiamare i giornalisti e annunciare mari e monti, è uno scenario che ormai conosciamo abbastanza bene. E dopo tutti questi anni è ancora tutto fermo e distrutto come prima.
Quanti? cinque, sei ..... Son passati nel silenzio, si sono celati alla vista di qualcuno ...
Il lavatoio di Lentini.
Cosa è un Lavatoio?
Una lavanderia comune alle donne del luogo.
Una volta non c'erano le lavatrici, nemmeno l'acqua in casa .... Si lavava al fiume.
Nella stagione invernale non era comodo andare al fiume, ecco, il Lavatoio.
Una struttura capiente, una grande vasca, tante donne, tanto cicaleccio, tante confidenze, tanti gazzettini .....Tanta vita.
Con la modernità il Lavatoio non è stato più necessario.
L'ex Lavatoio di Lentini ha dato spazio ad un Auditorium.
Recite, conferenze, presentazioni di libri, mostre, musica, incontri .... Nuovamente tanta vita.
Un brutto giorno d'estate arriva il fuoco.
Un fuoco distruttivo.
Alte fiamme.
Puzzo di bruciato.
La via che brucia.
La cultura oltraggiata, violentata, insultata,offesa.
Una città violentata.
Se le mura potessero parlare.
Si è sperato nel recupero, nel ripristino ....
La classe politica, forse, non ha compreso.
Mancano i soldi .... Eterno dramma.
Forse l'interesse sonnecchia .... Cosa serve per scuoterlo e svegliarlo?!...
QUOT HOMINE, TOT SENTENTIAE.
L'ex lavatoio è al suo posto.
Mostra le sue ferite.
Fa sentire il suo dolore.
Si è parlato di incendio doloso. Gli autori del dolo non provano nessuna prurigine?
Forse hanno una cosciènza pseudomorfa ......
Le lacrime non fanno miracoli, ma le parole spese dai nostri tre concittadini non sono nemmeno paragonabili al fuoco che nel luglio 2007 ci ha fatto dire addio a quel palazzetto, calde e intense. Forti e roventi. Noi Lentinesi ci siamo gia scottati ma non permetteremo più che diano fuoco ai nostri sentimenti. Quelli dell'amministrazione ci volevano incantare con parole ad effetto e promesse di ricostruzione già dal 2009. E' facile chiamare i giornalisti e annunciare mari e monti, è uno scenario che ormai conosciamo abbastanza bene. E dopo tutti questi anni è ancora tutto fermo e distrutto come prima.
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